Ma a seguito della decisione dell’ Imperatore Costantino di anticipare la festa cristiana del 6 gennaio e di farla coincidere con la festa del Natale del Sole pagano del 25 dicembre, si creò una difformità di rituali.
La Chiesa Cattolica allora riempì la festa del 6 gennaio con l’arrivo dei Magi, e la chiamò festa dell’ Epifania.
Secondo studiosi la parola Epifania nel corso del tempo, in particolare in Toscana, è stata corretta dalla lingua locale in Befania e poi Befana.
A Firenze nel 1400 si usava festeggiare l’Epifania rievocando l’ultima tappa del viaggio dei Magi con cortei-processioni spettacolari, ma con ridotta valenza religiosa ..
Comparvero i primi cortei mascherati con riferimenti alle sacre rappresentazioni medievali ed al viaggio dei Magi a Betlemme.
E mimi che rappresentavano i significati religiosi dell’ Epifania.
I partecipanti ai cortei portavano fantocci fatti di stracci e issati su pertiche (“Befane”), venivano caricati su carri illuminati da fumose torce. I carri erano attorniati da giovani che soffiavano in stridule e lunghe trombe di vetro.
Giunti i carri ed i partecipanti nella piazza principale, veniva dato fuoco ai fantocci-befane: questa usanza a Firenze è durata fino a fine 1800.
L’ Epifania si caratterizzò così come anticamera, festa di apertura del periodo carnevalesco.
Poi abbiamo la "festa della Befana"
“La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte, con le toppe alla sottana, Viva, viva la Befana!” ..
è solo una delle mille versioni della filastrocca, reinventata in altrettante canzoni, dedicata alla vecchietta più amata dai bambini che arriva il 6 gennaio a cavallo della sua scopa carico di doni e dolcetti per i piccoli più buoni.
"La befana trullallà"
Trullala' Trullala' Trullala'.
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
con la calza appesa al collo,
col carbone, col ferro e l'ottone.
Sulla scopa per volare.
Lei viene dal mare.
Lei viene dal mare.
E la neve scendera'
sui deserti del Maragia',
dall'Alaska al Canada'.
E partire lei dovra'
e cantando partira'
da ciociara si vestira',
con il sacco arrivera',
la bufera vincera'.
E cantando trullala',
la Befana arrivera'.
Trulalla' Trullala' Trullala'.
Un bambino, grande come un topolino,
si è infilato nel camino,
per guardarla da vicino.
Quando arriva la Befana
senza denti
salta, balla, beve il vino.
Poi di nascosto s' allontana
con la notte appiccicata alla sottana.
E un vento caldo soffiera'
sui deserti del Maragia',
dall'Alaska al Canada'.
Solo una stella brillera'
e seguirla lei dovra',
per volare verso il nord
e la strada è lunga
ma la bufera vincera'.
E cantando Trullala',
la Befana se ne va.
E cantando Trullala'
Truallalero Trullala'
Trullala' Trullala' Trullala'
Gianni MorandiTrullala' Trullala' Trullala'.
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
con la calza appesa al collo,
col carbone, col ferro e l'ottone.
Sulla scopa per volare.
Lei viene dal mare.
Lei viene dal mare.
E la neve scendera'
sui deserti del Maragia',
dall'Alaska al Canada'.
E partire lei dovra'
e cantando partira'
da ciociara si vestira',
con il sacco arrivera',
la bufera vincera'.
E cantando trullala',
la Befana arrivera'.
Trulalla' Trullala' Trullala'.
Un bambino, grande come un topolino,
si è infilato nel camino,
per guardarla da vicino.
Quando arriva la Befana
senza denti
salta, balla, beve il vino.
Poi di nascosto s' allontana
con la notte appiccicata alla sottana.
E un vento caldo soffiera'
sui deserti del Maragia',
dall'Alaska al Canada'.
Solo una stella brillera'
e seguirla lei dovra',
per volare verso il nord
e la strada è lunga
ma la bufera vincera'.
E cantando Trullala',
la Befana se ne va.
E cantando Trullala'
Truallalero Trullala'
Trullala' Trullala' Trullala'
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