ma non hanno colore per te
quella calda
tenerezza che tu
portavi nei tuoi occhi
no, non c'è più
come le viole
anche tu ritornerai
la primavera con te riporterai
avevi la mia
vita
avevi la mia vita fra le tue braccia
te ne sei andata non so
te ne
sei andata con chi dai sogni miei
forse domani chissà tu piangerai
quando
il mio amore lo so tu capirai
rifioriranno tante primavere
come le viole
anche tu
ritornerai
rifioriranno tante primavere
come le viole anche
tu
ritornerai
(Peppino Gagliardi)
Canzone di Marzo
Che torbida notte di marzo!
Ma che mattinata tranquilla!
che cielo pulito! che sfarzo
di perle! Ogni stelo, una stilla
che ride: sorriso che brilla
su lunghe parole.
Le serpi si sono destate
col tuono che rimbombò primo.
Guizzavano, udendo l'estate,
le verdi cicigne tra il timo;
battevan la coda sul limo
le biscie acquaiole.
Ancor le fanciulle si sono
destate, ma per un momento:
pensarono serpi, a quel tuono;
sognarono l'incantamento.
In sogno gettavano al vento
le loro pezzuole.
Nell'aride bresche anco l'api
si sono destate agli schiocchi.
La vite gemeva dai capi,
fremevano i gelsi nei nocchi.
Ai lampi sbattevano gli occhi
le prime viole.
Han fatto, venendo dal mare,
le rondini tristo viaggio.
Ma ora, vedendo tremare
sopr'ogni acquitrino il suo raggio,
cinguettano in loro linguaggio,
ch'è ciò che ci vuole.
Sì, ciò che ci vuole. Le loro
casine, qualcuna si sfalda,
qualcuna è già rotta. Lavoro
ci vuole, ed argilla più salda;
perchè ci stia comoda e calda
la garrula prole.
Giovanni Pascoli
(i canti di Castelvecchio)
"La fantasia è una perpetua primavera"
(Johann Friedrich von Schiller)
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