Col tempo il modo di preparare il tè, di servirlo e di berlo, ha assunto dei caratteri gestuali ben definiti, prendendo così la forma di una vera e propria cerimonia.
La "cerimonia del tè" viene dalla Cina, introdotta da un "monaco zen".
La pratica era svolta principalmente nei tempi buddisti e successivamente venne introdotta nella classe al potere, fino a che, circa 300 anni fa, anche la "gente comune" iniziò a bere il tè.
E noi che siamo "gente comune", ebbene andiamo a scoprire alcune delle sue proprietà e soprattutto a berlo.
Verde o Nero .. più se ne beve meglio è ..
Ancora una conferma che il tè con le sue proprietà antiossidanti fa bene alla salute e regolarmente assunto può essere un aiuto per prevenire anche il cancro.
Sempre più è il caso di dire : "una tazza di tè al giorno toglie il medico di torno".
Un paio di tazze di "tè verde" al giorno abbassano il rischio di ammalarsi di alcuni tipi di tumore: al colon, alla gola e allo stomaco.
I ricercatori hanno osservato che bere regolarmente tè verde riduce del 17% il rischio di sviluppare tumori gastrointestinali.
E il rischio diminuisce ulteriormente se aumenta il consumo di tè e se si allunga il periodo di assunzione regolare della bevanda.
Il tè verde contiene polifenoli e altri antiossidanti, come le catechine, che secondo gli scienziati potrebbero impedire lo sviluppo del cancro e diminuire i danni al DNA.
"Più tè si beve, meglio è".
Dagli studi di altri ricercatori, emerge come il tasso d’incidenza del diabete di tipo 2 sia significativamente inferiore nei Paesi dove si beve più "tè nero".
Secondo gli esperti, in questi paesi, Irlanda, Gran Bretagna e Turchia si soffre meno di sindrome metabolica ed è più basso il livello di obesità.
E' il processo di fermentazione, che trasforma il tè verde in nero, sembra possa causare la produzione dei salutari "flavonoidi" a cui viene attribuita la capacità di proteggere le cellule da infiammazione e altri danni.
"Di certo non si può affermare ciò sulla base di questo studio da solo, ma i risultati sono coerenti con studi precedenti che ne hanno suggerito un collegamento".
(Dr. Ariel Béresniak )
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