Il leone si svegliò, mise la sua grossa zampa sopra il topolino e aprì le fauci per inghiottirlo.
"Perdono, Maestà!" - gridò il topolino -. "Lasciami andare!
Non lo dimenticherò mai e forse un giorno potrei ricambiarti il favore".
Il leone sorrise a quelle parole, ma alzò la zampa e lo lasciò libero.
Qualche tempo dopo il leone fu preso in una trappola, e i cacciatori che volevano portarlo vivo al loro Re, lo legarono a un albero e si allontanarono per andare a cercare un furgone dove caricarlo.
Proprio allora passò di là il topolino che, vedendo in quale guaio si trovasse il leone, si avvicinò e rosicchiò la corda che teneva legato il Re degli animali.
"Non avevo forse ragione?" - esclamò il topolino -.
Morale: i piccoli amici a volte possono essere grandi amici.
di Esopo
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dis. Giulia Segantin |
Ciò significa che, nelle narrazioni, assistiamo di continuo a situazioni ispirate a un insegnamento pratico soprattutto con uno sfondo di freno morale che si riflette sulla corporeità e sull’emotività dei personaggi.
I modelli di Esopo sono superlativi nella loro piccolezza, riflettono infatti, in situazioni elementari,
tutte le caratteristiche della vita reale.
L’inganno, l’apparenza, la verità, la stoltezza e l’astuzia: queste caratteristiche astratte sono esposte di frequente in Esopo, ma tutte in correlazione con la morale finale, con un fine educativo.
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