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16 gennaio 2014

“Il Rufiolo .. Il raviolo dolce ..”

Il Rufiolo di Costeggiola è una sorte di raviolo dolce disegnato su una mezzaluna di pasta, ha dunque la forma del sole nascente (o come la cresta di un gallo) ed è composto da un ripieno avvolto dalla pasta liscia e sottile.
Riconosciuto come prodotto agroalimentare tradizionale nel 2004, veniva fatto con ingredienti di recupero e cotto nel brodo fin dalla fine dell'Ottocento nelle case contadine di Costeggiola, frazione di Soave (Verona).
                                                                                                                                          
Costeggiola di Soave (Verona)
                                                                           
                                                                            
Castello di Soave  - Verona
                                                                                 
Soave - Verona
Successivamente, i rufioli sono stati trasformati in un dolce ripieno.
Per il ripieno si utilizzano: amaretti, uva appassita, pane grattugiato, brodo di carne, cedrini, mandorle, zucchero, uova, pinoli, rhum, noce moscata; mentre gli ingredienti della pasta sono: farina, uova, latte, sale.
ll rufiolo si iniziò a preparare nelle contrade e nelle corti rurali di Costeggiola a partire dalla fine dell'Ottocento.
A quell'epoca, a causa della povertà, l'impasto del rufiolo veniva fatto con ingredienti di recupero e poi veniva cotto nel brodo.
Successivamente, nel corso del Novecento, è diventato un vero e proprio dolce.
Poi viene fritto nell'olio e ricoperto di zucchero a velo.
Nel secondo dopoguerra, gli abitanti di Costeggiola hanno voluto avviare la tradizione di celebrare il patrono, Sant'Antonio Abate, protettore degli animali, dedicandogli una sagra che cadesse il 17 gennaio, il giorno del santo.
Naturalmente, ogni abitante di Costeggiola ha una propria ricetta segreta per rendere unico il sapore del dolcetto, maestria che ciascun paesano sfoggerà in occasione della sagra durante il concorso del "miglior Rufiolo casalingo."
                                                                       
Il rufiolo
Ingredienti:
per la base

500 g di farina 00
4 uova
4 cucchiai di zucchero
80 g di burro
1/2 bicchiere di grappa secca
1/2 bicchiere di latte
sale q.b.
olio per friggere
zucchero a velo

per il ripieno :

200 g di amaretti
100 g di mandorle pelate
100 g di pinoli
200 g di cedro candito a dadolini
1/2 bicchiere di rum o grappa dolce
100 g di zucchero
4 cucchiai di marmellata di prugne

Preparazione :

Sul piano pulitissimo sistemate la farina a fontana lasciando un varco nel centro nel quale rompete le uova e battetele con una forchetta aggiungendo una presa di sale, lo zucchero, il burro ammorbidito tagliato a pezzetti, la grappa, il latte.
Iniziate a impastare con la forchetta raccogliendo la farina fino ad averla incorporata tutta poi proseguite a lavorare con le mani fino ad ottenere un impasto liscio.
Fate riposare per 15/20 minuti.
Nel frattempo in una terrina mescolate insieme gli amaretti sbriciolati, lo zucchero, i cedrini, le mandorle tritate, i pinoli spezzettati, il rum e infine la marmellata.
Stendete la pasta con il mattarello in uno strato abbastanza sottile.
Tagliatela in tanti rettangoli di circa 10 cm di lato e su ognuno disponete un cucchiaio di ripieno.
Ripiegate la pasta formando un triangolo e sigillate i bordi ripassandoli con la rotella tagliapasta.
In un tegame fate scaldare abbondante olio e quando è molto caldo iniziate a friggere i rufiòi, facendoli dorare.
Scolate con un mestolo forato e appoggiate sulla carta assorbente, poi trasferite in un piatto grande e servite spolverando con lo zucchero a velo.

Vino : RECIOTO 
                                           
Recioto
Già notando il colore e il disegno degli archetti di questa versione del Suavissimus è facile comprendere che ci aspetteremo un vino più leggiadro e lineare, aromaticamente parlando.
Un frutto piccante, deciso e grintoso, domina la scena, appena accennato la venatura di note di frutta in confettura, mentre più importanti sono le note di miele millefiori, zenzero e spezie dolci.
In profonda coerenza con quanto recepito al naso è pure il gusto.
Anche in questo caso notiamo un considerevole spessore, anche se la forza acido-sapida sovrasta poi il tutto.

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