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19 novembre 2014

“Tartufo Bianco d'Alba”

Celebrità italiana in tavola.
                                                 

Non importa che sia sferico o piatto.
Che il peridio, la sua parete esterna, sia di color bianco latte o giallo d'ocra.
In fondo va benissimo che al tatto si presenti liscio o sculturato, l'importante è che sia  attraente, non troppo rigido né troppo elastico, che ci rapisca con il suo odore intenso e inconfondibile.
Che custodisca gelosamente la gleba, una polpa di colore marrone frammisto a venature biancastre.
                                                                       

Non ne ignorava il potere seduttivo Camillo Benso di Cavour, che ne fece un mezzo diplomatico.
Caddero ai suoi piedi persino Rita Haywort, Harry TrumanWinston Churchill, Joe Di Maggio, Marylin Monroe, insieme a tante altre celebrità.
Seppur avvezzi a fama, attestati di stima, premi e riconoscimenti, di certo non dovettero rimanere impassibili quando Giacomo Morra, albergatore e ristoratore d'Alba a cui si devono fortunate intuizioni, pensò bene di lusingarli con un regalo inconsueto: il migliore esemplare d'annata.
Non è per sempre, ma per il portafogli, vedere per credere, è come se lo fosse.
Non un tartufo qualsiasi, no. Ma il tartufo bianco d'Alba, meglio noto tra gli addetti ai lavori come  Tuber magnatum Pico, Trifola per i conterranei.
Dagli Appennini alle Langhe.
                                                                      

Lo possiamo trovare anche in Romagna, in Toscana, nelle Marche, in Umbria, in Campania, in Veneto ed in Lombardia.
Ma il suo regno, si sa, sono le Langhe.
(dal web)
                                                                          

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