Affascinato dal paesaggio italiano, dalla campagna senese come dal mare di Tropea, è riuscito a scorgere la regolarità dei volumi, la dimensione inaspettata degli spazi, la profondità storica delle città e dei borghi.
Fu la dimestichezza con questi luoghi, così diversi dalla dolcezza orizzontale della sua Olanda, a porsi alla radice di un percorso artistico che si avventurò negli spiazzi sconfinati della geometria e della cristallografia, divenendo terra fertile per giochi intellettuali dove la fantasia regnava sovrana.
Esempi famosi del suo lavoro includono: le Mani che disegnano (1948), un'opera che raffigura due mani che si disegnano l'una l'altra.
Cielo e acqua I (1938) nella quale giochi di luce e ombra convertono dei pesci nell'acqua in uccelli nel cielo.
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Cielo e acqua I |
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Salita e discesa |
Le implicazioni matematiche e cristallografiche, che sono scaturite dalla sua opera, non di rado in anticipo sulle ricerche degli stessi specialisti, oppure in prodigiosa contemporaneità, ne fanno un monumento della creatività del genere umano.
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