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16 marzo 2014

“Digital Cities”

“Fingerpainting”

“ Esplorazioni di Matthew Watkins”
Verona : Palazzo della Gran Guardia.

“Tutto l'immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio oppure il suo rovescio, una paura.
Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure”.
(Italo Calvino).
                                                             
                                                                               

Globali, fluttuanti, distopiche, apocalittiche, surreali o contraddittorie.
Futuristiche e futuribili, a cavallo tra il noir e il pop.
Non è facile descrivere con un solo aggettivo le città digitali di “Matthew Watkins”, “fingerpainter” italo-canadese che ha fatto dell'osservazione delle metropoli postmoderne una nuova forma di ispirazione.
                                                                     
                                                                              

Nelle città di Watkins, flâneur digitale, perdersi tra strade e vicoli è come perdersi tra pensieri e immaginario, in una poetica che rende le moderne metropoli luoghi confortanti e al contempo luoghi da incubo, in cui impensabili mostri si nascondono dietro l'angolo.
                                                                     
                                                                             

Visioni fantascientifiche o favole senza un lieto fine, nelle città di Watkins le strade diventano tratti, un  colpo di dita sul  touchscreen e intrecciandosi raccontano storie.

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