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6 ottobre 2015

“Lugano Addio”

Sarebbe oggi il suo 70° compleanno .. ma  il primo gennaio 1997 il " tumore" se l'è portato via Ivan Graziani.
"Un vero chitarrista muore, deve morire sul palco", amava ripetere,  e ci è mancato pochissimo perché ciò accadesse, dal momento che fino all'ultimo l'ha suonata per davvero quella chitarra: a non aver avuto "un occhio di riguardo" è stato proprio quel Signore invocato ne "Il chitarrista", sfilandogliela prematuramente di mano.
                                                                     

Mi è sempre piaciuta molto questo canzone di Ivan ..

“Lugano Addio”
Po, po, po ...
Le scarpe da tennis bianche e blu,
seni pesanti e labbra rosse e la giacca a vento.
Oh! Marta io ti ricordo così il tuo sorriso e i tuoi capelli,
fermi come il lago.
"Lugano addio" cantavi, mentre la mano mi tenevi  ..
"Canta con me" tu mi dicevi ed io cantavo di un posto
che non avevo visto mai.
Tu, tu mi parlavi di frontiere di finanzieri e contrabbando
mi scaldavo ai tuoi racconti "E mio padre sì" tu mi dicevi
"quassù in montagna ha combattuto"..
Poi del mio mi domandavi.
Ed io pensavo a casa mio padre fermo sulla spiaggia,
le reti al sole i pescherecci in alto mare,
conchiglie e stelle le bestemmie e il suo dolore.
Oh, Marta io ti ricordo così il tuo sorriso e tuoi capelli,
fermi come il lago.
Po, po, po ...
"Lugano addio cantavi" mentre la mano mi tenevi ..
"addio" cantavi e non per falsa ingenuità tu ci credevi
e adesso anchio che sono qua.
Oh, Marta mia addio, ti ricordo così il tuo sorriso
e tuoi capelli, fermi come il lago.
Po, po, po ...
Ivan Graziani 



"Amico ciao, il tuo giaccone di pelle una bandiera sarà, alta fino alle stelle, io per conto mio rimarrò sulla porta, certo non scapperò più: guardami, la mia anima non è morta"
(Ivan Graziani, "Non moriremo mai").       
                                                                                   

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